Approvato alla Camera un nuovo emendamento al DDL “made in Italy” che favorisce la navigazione dei natanti nelle acque extraterritoriali attraverso semplificazioni documentali. Il focus cruciale rimane però la necessità di un registro semplificato per i natanti, simile a quello dei ciclomotori da 50 cc. Perchè? Al fine di garantire la libertà di navigazione, ridurre la burocrazia e mitigare le complicazioni assicurative in caso di danni o furto.
Ottime notizie per i proprietari di natanti, ovvero le imbarcazioni da diporto lunghe fino a 10 metri, che, secondo il Codice della Nautica, sono esenti dall’obbligo di immatricolazione. Grazie all’approvazione di una nuova normativa, anche grazie all’impegno di Confindustria Nautica, si ampliano le possibilità per gli armatori di godere di una maggiore libertà di navigazione nel Mediterraneo. Questa nuova disposizione semplifica le pratiche burocratiche e riduce il rischio di pesanti sanzioni, restrizioni e persino il sequestro delle imbarcazioni.
Recentemente, la Camera ha approvato un nuovo emendamento al cosiddetto Decreto Legge “Made in Italy”, che stabilisce la documentazione necessaria per consentire ai natanti di navigare nelle acque territoriali di altri Paesi dell’Unione Europea. Questa disposizione è particolarmente importante per destinazioni come Croazia, Slovenia, Grecia e altri, che, a partire dalla prossima estate, avrebbero applicato normative nautiche restrittive, rendendo difficoltosa la navigazione per le imbarcazioni non registrate. Queste ultime sarebbero state costrette a immatricolarsi, con tutte le relative spese e incombenze.
Per navigare nei Paesi dell’Unione Europea, ora sono sufficienti due documenti semplificati. Secondo la nuova normativa, i proprietari di natanti non immatricolati che desiderano navigare in altri Paesi UE dovranno presentare all’autorità straniera:
- L’attestazione dei dati tecnici dell’unità (DCI – Dichiarazione di Costruzione o Importazione).
- Una dichiarazione di possesso autenticata dallo Sportello Telematico dell’Automobilista (STA), che conferma anche la nazionalità e le caratteristiche dell’imbarcazione.
Questi due documenti, semplici e diretti, compensano la mancanza di immatricolazione e stabiliscono il legame tra il natante e il paese di origine, noto come “bandiera”, rendendo possibile la navigazione libera nelle acque extraterritoriali. Per il resto, un diportista che intende navigare con la propria imbarcazione, ad esempio in Grecia, dovrà essere dotato di tutte le attrezzature di bordo prescritte per l’area di navigazione scelta e di una copertura assicurativa valida nelle acque territoriali.
Anche coloro che hanno smarrito il titolo di proprietà traggono vantaggio dalla nuova legge. Oltre a semplificare le navigazioni e le crociere all’estero per i proprietari di natanti, l’obiettivo della normativa è scoraggiare i diportisti dall’immatricolare le proprie imbarcazioni in altri Paesi dell’UE, evitando così il pagamento dell’IVA in tali giurisdizioni. Inoltre, consentirà di utilizzare i proventi nazionali derivanti dai diritti sulla documentazione semplificata dei natanti per potenziare l’efficienza del Registro Telematico delle unità da diporto.
Infine, l’emendamento appena approvato risolve anche una problematica per i proprietari di natanti che desiderano volontariamente immatricolarsi sotto bandiera italiana, ma che hanno smarrito o non possiedono un titolo di proprietà. Da oggi, potranno presentare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, con sottoscrizione autenticata dagli Sportelli Telematici dell’Automobilista (STA). Questo documento attesterà che il natante da diporto è di loro esclusiva proprietà, fornendo informazioni come data e luogo di acquisto, nonché il nome del venditore.
Fonte: giornaledellavela.com