Qualcuno la preferisce ben ormeggiata nella versione “casa galleggiante”, altri con la patente nautica e la voglia di sfidare il mare scelgono la modalità “senza armatore” e altri ancora si vogliono godere la vacanza in mare senza dover prendere in mano il timone e puntano sulla modalità “con armatore” oppure “con equipaggio professionale”. Questa l’idea di un gruppo di imprenditori veneti: trasformare le barche in appartamenti da noleggiare sulla falsariga di “Airbnb”, il noto portale sul quale le persone possono pubblicare, scoprire e prenotare alloggi unici in tutto il mondo.
E’ qualcosa di diverso dal charter, svolto da società specializzate e secondo quanto previsto dalla normativa italiana, qui si tratta di privati, proprietari di imbarcazioni, che scelgono di dare in locazione la propria barca per un certo periodo di tempo, non superiore ai 42 giorni annui fissati dalle norme. Inoltre il guadagno è assicurato per tutti: il proprietario della barca che riesce a pagare le spese di manutenzione della propria barca e magari guadagnarci anche qualcosa e chi decide di fare una vacanza in barca a prezzi certamente più bassi di quelli offerti dal servizio charter.
Il portale www.remyapp.it è già on-line e le adesioni registrate sono in continuo aumento sia sul versante della domanda sia su quello dell’offerta. La App, già operativa da prima dell’estate, ha iniziato a furoreggiare nell’Adriatico ma sta prendendo piede anche nel Tirreno e nel Mar Ligure.
Si tratta anche di un ottimo esempio di “sharing economy”, modello economico che si basa essenzialmente sulla condivisione e che, stando al rapporto di “The cost of non Europe in the sharing economy” del 2016, in Europa vale 572 miliardi di euro. Ma anche un’idea con solide prospettive di crescita visti i numeri e il potenziale del settore nautico in Italia: 600 mila barche, 689 porti, 7.600 chilometri di costa, 800 isole.
Fonte The MediTelegraph
